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OTTICA TEORICA
INTERFERENZA E COERENZA
INTRODUZIONE Nelle precedenti pagine si è trattato della sovrapposizione di stati ortogonali. La teoria della interferenza tratta invece soprattutto della sovrapposizione di campi elettrici complanari. Come si è visto precedentemente, i fenomeni ondulatori sono descritti da una equazione differenziale lineare del secondo ordine, per cui vale per essi il principio di sovrapposizione. Quindi in un punto in cui vengono a sovrapporsi due o più campi ottici, l'intensità del campo elettrico risultante E è la somma vettoriale delle perturbazioni costituenti. I campi in alcune regioni si eliminano completamente o parzialmente a vicenda, mentre in altre regioni i solchi e le creste dell'onda risultante vengono esaltati, grosso modo come per le increspature in uno specchio d'acqua. Ne risulta una distribuzione della intensità di radiazione che spesso differisce dalla semplice somma algebrica delle intensità delle onde componenti.
INTERFERENZA DI DUE ONDE
Si considerino due onde piane polarizzate linearmente e di eguale lunghezza d'onda, date da
che si sovrappongono nel punto P come nella sottostante figura. In questo caso sono tutte delle costanti. Queste onde possono ad esempio provenire da due sorgenti puntiformi molto distanti. Il campo risultante è semplicemente
Ma dato che nella regione delle frequenze ottiche i campi oscillano a più di , la grandezza che riveste un interesse pratico è la intensità di radiazione, che è direttamente misurabile. A meno di un coefficiente costante, l'intensità di radiazione può essere espressa come la media nel tempo del campo risultante
Dove
Ne segue che
Prendendo la media si ha
Dove , e l'ultimo termine è detto termine interferenza. E’ grazie a questo termine che I è diverso dalla semplice somma delle intensità di radiazione delle onde componenti, cioè da . La media nel tempo di una data funzione f(t) è data da
In questo caso il tempo di rilevazione T è molto maggiore del periodo di oscillazione di un'onda . Se si sviluppano i calcoli indicati per le onde piane sopra date , il termine interferenza diventa
dove la differenza di fase è data da
Ciò sta a significare che spostandosi nello spazio da punto a punto, varia r e varia , per cui variano sia 112 che . Il contributo alla differenza di fase proviene dalla differenza nella lunghezza del cammino percorso dalle onde nell'andare dai punti sorgente fino a P. Il contributo è invece dovuto alla differenza di fase iniziale delle emittenti e, se è costante, come si è supposto, si dice che le emittenti sono coerenti. Nelle seguenti pagine si esaminerà il caso più generale di coerenza parziale. Per ora basta una semplice regola: se le onde che si sovrappongono sono coerenti, i corrispondenti campi elettrici si combinano tra di loro in modo prolungato e per avere la intensità di radiazione si sommano e quindi si eleva al quadrato. Se invece le onde non sono coerenti, i singoli campi, che sono effettivamente indipendenti, devono prima essere elevati a quadrato e poi si sommano le intensità di radiazione delle onde componenti.
1 ) Si supponga che i campi elettrici delle due onde della soprastante figura siano paralleli. Ricavare una espressione simbolica di in funzione di .
Per la sovrapposizione di onde coerenti
ma ora i campi sono anche paralleli e . Tenendo presente i risultati di un precedente problema, le intensità di radiazione componenti possono essere scritte come
Quindi
Per determinare la distribuzione della luce nello spazio basta far passare punto per punto, determinare il valore di in ognuno di essi e quindi una volta noti
2) Descrivere la distribuzione della intensità di radiazione che si avrebbe nel caso esaminato nel precedente problema, se le due onde fossero non coerenti, cioè se le rispettive fasi variassero a caso e rapidamente rispetto al tempo di rilevazione.
Il termine interferenza
Può essere riscritto nella forma
Dato che variano irregolarmente e rapidamente rispetto al tempo di rilevazione, il valore medio di ognuno dei termini preso rispetto a detto tempo deve essere nullo, per cui . In alternativa si noti che la fase relativa varia anch'essa rapidamente ed a caso e se si pone si ottiene come si prevedeva. In effetti la figura di interferenza varia così rapidamente che ciò che si osserva è solo
Questo è il motivo per cui quando si ha a che fare con sorgenti non coerenti si può semplicemente elevare a quadrato i singoli campi e quindi sommare le intensità di radiazione
3) Si supponga di far sovrapporre due onde identiche di luce naturale. Ci sarebbe interferenza? (Cioè sarebbe diverso da zero?)
Ognuna delle onde non polarizzate può considerarsi composta da due stati ortogonali e non coerenti. Questi a loro volta rispetto ad un qualsiasi piano che interessi (ad esempio il piano che contiene ) possono essere ìndicati come Dato che le due onde sono identiche, sono coerenti e tali sono anche E Di conseguenza ne risultano due figure di interferenza indipendenti, che si sovrappongono esattamente
Quindi l'equazione della distribuzione della intensità di radiazione resta valida sia che le onde siano polarizzate sia che non lo siano, a condizione che esse siano identiche
4) Si considerino nuovamente le onde del problema 1) e si studino le condizioni alle quali I assume valori massimi e minimi.
Dato che , si ha quando
quindi
Le due onde sono in fase, i solchi si sovrappongono ai solchi e le creste alle creste, come nella sottostante figura a).
Analogamente quando , cioè quando e
In questo caso isolchi di un'onda si sovrappongono alle creste dell'altra, tendendo quindi ad eliminarsi a vicenda, come in figura b).
Quando si dice che si ha una interferenza costruttiva, quando invece 1 , si dice he si ha una interferenza distruttiva.
5) Ricavare una espressione che dia la intensità di radiazione nel punto P della soprastante figura [1] , supponendo che le ampiezze dei campi siano entrambe eguali e parallele.
[1]
Dato che i campi sono paralleli, dal problema (1 si sa che
Inoltre che significa che le quali si possono quindi porre entrambe eguali a ·
Ciò porta a
La figura di interferenza varia con il quadrato del coseno.
6) Michelson definì la visibilità delle frange di una figura di interferenza come (a) Ricavare una espressione della visibilità per la figura di interferenza delle due onde coerenti di figura [1] , supponendo che i loro campi siano paralleli. (b) Qual è la visibilità nel caso in cui le ampiezze dei due campi sono eguali?
(a) Sostituendo direttamente nella formula della visibilità le espressioni di ottenute nel soprastante problema 4) si ottiene
b) Quando , per cui
In alternativa, dal problema 5), e ancora
7) Si supponga che il punto P di figura [1] sia spostato più vicino alle sorgenti puntiformi per cui le onde che lo raggiungono sono sferiche. Si assuma inoltre che le ampiezze dei campi in P siano eguali e parallele. Discutere la forma assunta dalla figura di interferenza.
Le onde sferiche nel punto P sono date da
con la geometria illustrata nella soprastante figura. Nel caso in questione
e trascurando un fattore costante, . Quindi, per il problema 5)
i cui massimi e minimi si hanno rispettivamente per , dove m assume i valori Ne segue che i massimi di I corrispondono alle situazioni in cui
e i minimi a quelle in cui
Queste sono entrambe equazioni di famiglie di superfici nello spazio: precisamente iperboloidi di rotazione concentriche. Nella soprastante figura sono riportate alcune di queste superfici sulle quali nel caso in cui . La regione nella quale sono immerse le due sorgenti è sede di una figura di interferenza che potrebbe essere messa in evidenza da una serie di frange luminose e frange scure su di uno schermo.
8) Descrivere la distribuzione di intensità di radiazione che producono a grande distanza due sorgenti puntiformi di forza eguale , in fase tra loro e la cui distanza,a, è eguaIe a .
Nella maggior parte dei casi di interferenza ottica, la distanza tra le sorgenti è molto grande, ma anche i casi in cui presentano note- -vole interesse pratico. Esaminando la figura a lato si vede che le distanze sono eguali (e, nonostante il modo in cui la cosa è presentata nel disegno, equivalgono a molte lunghezze d'onda
Le onde percorrono cammini ottici di eguale lunghezza e arrivano in P1 quasi parallele e in fase, interferendo costruttivamente. Se è l'intensità di radiazione di ognuna delle sorgenti, la risultante in . Nel punto , che è anch'esso lontano dalle sorgenti, si assume che i campi abbiano circa la stessa ampiezza. La differenza di lunghezza dei cammini ottici è circa . Ne segue che la differenza tra i numeri di lunghezze d'onda relativi ai due cammini è . Dato che ogni onda intera corrisponde a uno sfasamento di radianti, la differenza di fase tra le due onde in è
Dal problema 7)
e in questo caso particolare in cui ,
Si noti che in , . In le perturbazioni sarebbero sfasate di radianti, e si eliminerebbero completamente a vicenda. In questo caso come già detto. La sottostante figura dà un grafico polare di I in funzione di e consiste di una figura a due lobi in accordo col fatto che i massimi di radiazione si hanno per

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