Fa quer ch'er prete dice, e non quer ch'er prete fa
TECNOLOGIE ELETTRONICHE
… studiare, studiare ed ancora studiare,
è il solo modo di capire quanto possa
essere grande sia la propria ignoranza!
CATODI A RISCALDAMENTO DIRETTO
Catodi a Riscaldamento Diretto a Pellicola Atomica
Essendo I
S1
I catodi di Tungsteno ed in genere tutti quelli metallici
hanno un rendimento di emissione piuttosto basso.
E' possibile peraltro ottenere migliori risultati, deposi-
-tando una sottilissima pellicola di metallo su dì un altro
di un altro di natura diversa ed avente una piu' elevata
temperatura di fusione.
Così per esempio realizzando una leggera diffusione di
Torio nel Tungsteno la pellicola cosi' depositata può'
essere riscaldata ad una temperatura superiore a quella
che corrisponde al rammollimento del Torio senza che
si verifichi la fusione di questo.
D'altra parte gli elettroni,uscendo dal catodo devono superare la barriera di potenziale del
Torio anzichè quella più' elevata del Tungsteno.
Anzi in pratica si e' constatato che per questi emettitori a superficie complessa il potenziale
di estrazione e' inferiore a quello del metallo cui corrisponde il minore lavoro di estrazione,
come è mostrato in tabella:
Potenziale di Estrazione per vari metalli
Tungsteno
Vi =
4.25 Volt
Torio
Vi =
3.35 Volt
Tungsteno Toriato
Vi =
2.60 Volt
Questo risultato in apparente contrasto con la logica, trova una spiegazione nelle esperienze
di Langmuir e Roges i quali scoprirono che le diffusione di Torio nel Tungsteno ne riduceva lo
stato di cristallizzazione superficiale.
il Torio aggiunto inizialmente sotto forma di ossido [ThO2] viene poi successivamente ridotto
attraverso una serie di delicati trattamenti a caldo complessivamente indicati con il termine
di "Processo di attivazione" ed aventi tra l'altro lo sopo di portare il Torio allo stato mono-
-atomico.
Spesso le superfici di Tungsteno toriato vengono leggermente carbonizzate giacchè
la presenza di carburo di tungsteno (W2C) riduce considerevolmente l'evaporazione
del Torio a ≈ 2200°K, la cifra di evaporazione è ridotta con questo sistema a ≈ 1/6.
I diagrammi della figura a lato,
rappresentano le caratteristiche
Is=f(T) per diversi tipi di emet-
-titori.
Le notazioni 0-W si riferiscono
a catodi per i quali la pellicola
di metallo diverso è depositato
su una superficie di Tungsteno
preventivamente ossidato
Il Tungsteno toriato, come si è
accennato, ha un rendimento di
emissione assi più elevato del
Tungsteno puro.
Trova qualche applicazione nei
tubi rettificatori di una certa
potenza e tensioni di lavoro piuttosto elevate ed è di sovente utilizzato nei tubi trasmettitori
di potenza, da 0,5 a 10 KW.
La superficie emittente resiste assai meglio di quella dei catodi ad ossidi dal bombardamento
ionico.
La fabbricazione dei catodi procede attraverso le seguenti fasi principali:
a)
Al tungsteno puro in polvere viene aggiunto ~ 1-1,5% di Ossido di Torio
[ThO2].
Successivamente la metallurgia segue, come prima descritto, il suo corso normale
b)
I filamenti ottenuti dalle filiere al diamante vengono scaldati sino a ≈1750°C e
mantenuti a questa temperatura per un tempo sufficiente ad eliminare quanto più'
sia possibile le inclusioni gassose che il materiale può avere incorporato nelle fasi di
lavorazione ed in particolar modo nella fucinazione.
c)
Un successivo riscaldamento a ≈ 2400°C della durata di 30-60 sec riduce
parzialmente il ThO2 e una piccola percentuale di Torio si libera nella massa del
metallo.
d)
Un trattamento termico in atmosfera di benzene a 1750°C dà luogo alla
formazione di una pellicola superficiale di Carburo di Tungsteno; poiché' il
riscaldamento e' effettuato per effetto Joule la formazione si manifesta con un
progressivo incremento della resistenza elettrica del filamento.
Il trattamento e' arrestato quando la resistenza e' aumentata del 10%.
Nel funzionamento del tubo il carburo di tungsteno,oltre a far diminuire la cifra di
erogazione agendo da catalizzatore favorisce la riduzione dell' ossido di torio in
Torio e la diffusione di questo verso la superficie del catodo.
e)
Dopo aver introdotto il catodo e gli altri elettrodi entro il contenitore si procede
all'attivazione.
A tale scopo, riscaldato il filamento sino a ≈ 1750°C si fa condurre il tubo
controllando la emissione. Non appena questa raggiunge il valore massimo previsto
il catodo e' pronto per l'impiego normale.
Nel corso dell'operazione descritta, il torio migra verso la superficie e si dispone su
di essa allo stato monoatomico.
E' conveniente far funzionare il tubo per qualche ora nelle condizioni di impiego previste in
quanto ciò ha per effetto la stabilizzazione della corrente.
Durante il funzionamento di un catodo in tungsteno toriato e' necessario che si stabilisca
uno stato di equilibrio tra la velocità di riduzione dell'ossido di Torio e la velocità di evapo-
-razione, in maniera che gli atomi di Torio perduti per evaporazione siano sostituiti
completamente da quelli che provengono dal processo di diffusione.
Lo stato di equilibrio più' soddisfacente corrisponde in media a ≈1550°C.
Se accidentalmente il filamento subisce un sovrariscaldamento il potere emessivo
diminuisce sensibilmente; il catodo può però essere rigenerato ripetendo i processi
di attivazione.
Le costanti a e b termoelettriche di catodi in tungsteno toriato hanno in media i
seguenti valori :
per cui essendo :
a = 3∙104 A∙m-2 °K^-2
Vi = 2,6 Volt
ed in corrispondenza di 1550°C = 1823 °K
Le forme dei catodi al tungsteno toriato sono
usualmente quelle indicate nella figura a lato.
a)
Catodo cilindrico rettilineo
b)
Catodo colondrico a "V"
c)
Catodo cilindrico a "W"
In qualsiasi disposizione i filamenti sono
mantenuti in tensione per mezzo di supporti
elastici metallici in genere di acciaio inossidabile
che mantengono la propria elasticità a tempera-
-tura elevata