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'R pane dell'artri ha sette groste che 'un si riva mai alla midolla
TECNOLOGIE ELETTRONICHE
… studiare, studiare ed ancora studiare, è il solo modo di capire quanto possa essere grande sia la propria ignoranza!
Le Induttanze
LE INDUTTANZE - GENERALITA’
In un qualsiasi circuito elettrico, percorso da una corrente I costante, il flusso Ф di induzione e quello concatenato totale Фc sono determinati dalle note relazioni: [1] e [2]
essendo N il numero delle spire costituenti l'avvolgimento e Ξ la riluttanza del circuito magnetico. Dalla relazione (2) ponendo: si ottiene: [3]
La grandezza L cosi' definita; permette di determinare direttamente in funzione della corrente che percorre l'avvolgimento, sia il flusso concatenato totale, che l'energia: [4]
associata al campo magnetico, e prende il nome di "coefficiente di autoinduzione ", o più' semplicemente ''Induttanza". Nel sistema Giorgi l'induttanza si misura in Henry [H] e le sue dimensioni, come può' dedursi dalla relazione [2] sono:
Talvolta e' possibile, senza incontrare eccessive difficolta', calcolare il flusso di induzione concatenato con un determinato circuito elettrico, o l'energia immagazzinata nel campo magnetico, e valutare l'induttanza risolvendo rispetto ad L le equazioni [3] o [4]. Le formule di calcolo dell'induttanza che derivano da questo metodo, necessariamente dipendenti dalla configurazione geometrica del sistema elettrico, sono in genere approssi- -mate a meno dello 0,5%, e possono essere quindi ritenute soddisfacienti nella maggioranza dei casi. Nella presente trattazione il calcolo dell'induttanza rimarrà limitato, per ragioni di brevità' ad alcuni casi particolarl. Per maggiori notizie ed approfondi in merito si rimanda agli opportuni capitoli che seguono. Come e' noto, quando si abbia difficolta' a calcolarla, l'induttanza può' essere determinata con metodi di misura indiretta.
Si definiscono bobine di induttanza quei circuiti elettrici che, essendo costituiti da un certo numero di spire consentono di realizzare in un minore spazio un prefissato valore del coefficiente di autoinduzione. Talvolta, sempre allo scopo di diminuire le dimensioni di ingombro, l'avvolgimento e' eseguito su un nucleo di materiale magnetico. Si tenga pero' presente che in questi casi, a meno che non sia interessato solo il tratto rettilineo della caratteristica di magnetizzazione, l'induttanza non si mantiene costante, ma dipende dal valore del campo magnetico e quindi della corrente che percorre l'avvolgimento. In particolare,qualora si raggiunga la saturazione del circuito magnetico, la riluttanza raggiunge valori elevati e l'induttanza scende a valori estremamente bassi rispetto a quello massimo,ottenibile nel tratto rettilineo. Come e' noto, la saturazione può' essere evitata interrompendo la continuità' del circuito magnetico con un opportuno traferro. In genere le bobine di induttanza fanno parte di circuiti in corrente alternata e,spesso in questi casi, in sede teorica sono considerate reattanze pure mentre, in pratica, all'avvolgi- -mento si associano anche una certa resistenza e capacita'. La resistenza non solo e' dovuta a quella propria in c.a. della bobina, ma anche a quella, spesso non trascurabile, che a quest'ultima trasferiscono le varie perdite, ad esemnpio quelle perdite elettriche nei materiali isolanti, perdite per isteresi e correnti indotte nel nucleo magnetico eventualmente presente e nel materiali metallici prossimi alla bobina.
La resistenza equivalente R, in effetti distribuita lungo l'avvolgimento, e' considerata in serie alla induttanza ed il rapporto:
e' indicato con il nome di "coefficiente di merito" o più semplicemente Q della bobina.
Essendo la resistenza R, entro certi limiti, proporzionale alla frequenza, il coefficiente di merito può' essere spesso considerato costante entro bande di frequenza piuttosto estese. Sia perche' il valore di R dipende da numerosi fattori, spesso non facilmente valutabili, sia perche' L nel caso di una bobina con nucleo magnetico può' dipendere dal valore efficace della corrente, e' difficile prevedere con esattezza, in sede di progetto, quale possa essere il fattore di merito di una bobina. A titolo informativo si fa presente che il Q può' variare tra alcune decine e qualche centinaio; i valori maggiori si riferiscono in genere alle bobine in aria che fanno parte di circuiti oscillanti
Capacità parassite associate ad una induttanza
Sottoponendo la bobina ad una differenza di potenziale viene ad esistere un campo elettrico tra le varie spire e tra queste ed i conduttori vicini. Di conseguenza le parti metalliche comportandosi come le armature di un condensatore danno luogo ad un insieme di capacita' la cui distribuzione può essere assimilata a quella schematizzata nella figura a sinistra. Tenendo conto di queste con una unnica capacita' disposta in parallelo alla bobina, il circuito, equivalente diviene quello rappresentato nella sottostante figura.
Trattandosi di un circuito risonante in parallelo e' evidente che per qualsiasi bobina esiste una frequenza detta "frequenza propria" o di "risonanza" in corrispondenza della quale il compone- -nte si comporta come una resistenza pura. Mentre quindi per frequenze inferiori a quella propria la bobina ha le caratteristiche proprie di un circuito induttivo, per frequenze superiori, prevalendo la reattanza capacitiva, il comportamento è quello di un condensatore.

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