La libertà è la possibilità d'essere e non l'obbligo d'essere
OTTICA PRATICA
IL TELESCOPIO SCHMIDT - CASSEGRAIN
Lo Schmidt-Cassegrain è composto da tre elementi ottici:
•
Specchio primario
•
Specchio secondario
•
Correttore
Ce ne sono di svariate tipologie
che implicano soluzioni più o meno
compatte, superfici focali curve o
piane, ostruzioni dello specchio
primario più o meno accentuate.
Il tutto per favorire l’utilizzo in
visuale o per quello fotografico.
Il correttore elimina le aberrazioni
sferiche (in particolare quella as-
-siale ed il coma)
Schmidt-Cassegrain per uso
visuale
Ha un campo focale curvo ed uno
specchio secondario piccolo (bassa
ostruzione-non oltre il 30%). Per
uso fotografico necessita di spia-
-natore di campo.
Schmidt-Cassegrain per
uso fotografico
Ha un campo focale piatto ma in
questo caso lo specchio secondario
è grande (l’ostruzione arriva anche
al 55-60%).
E’ insoddisfacente per uso visuale
La configurazione più popolare è quella con Dia= 200mm e rapporto focale f/10
Ha superficie focale curva, moderato Dia del secondario fissato sul lato interno del
correttore. Lo specchio primario è un f/2.
Vediamo ora alcune performance a seconda del profilo dei due specchi
(primario e secondario)
La figura a lato mostra il
diagramma spot in luce verde
nel caso che entrambi gli spec-
-chi abbiano profilo sferico.
Appare evidente un forte coma
andando verso la periferia del
piano focale (circa uguale a
quello di un Newton da 200 mm
f/5)
Le superfici sferiche danno
inadeguate performance
Si potrebbe migliorare la cosa
attraverso pù possibili soluzioni:
1) Specchio Primario asferico
2) Specchio Secondario asferico
3) Entrambi gli specchi asferici
4) Posizionando altrove il cor-
-rettore
La soluzione più frequente è la
(2) cioè quella di parabolizzare
la convessità dello specchio
secondario da cui otteniamo il
diagramma spot a sinistra.
Tale diagramma è ottenuto sia
su superficie focale piatta (la
prima riga, sia sulla ottimale
curvatura di tale superficie (la
seconda riga).
La parabolizzazione del secondario porta un contributo sulla correzione dell’aberrazione sferica
assiale. Di conseguenza servirà un correttore meno potente.
Il dimensionamento della
esatta potenza del correttore
è cosa di estrema importanza
poiché piccole deviazioni dalla
tolleranza porta all’insorgere
di coma
In definitiva dal sistema ottico
realizzato con adeguata pote-
-nza del correttore e adeguata
asfericità del secondario,
ottengo il diagramma seguente
(nei tre colori rosso, verde e
blu) realizzato sulla ottimale
curvatura di superficie
(con Rf= -155 mm)
Per la presenza del correttore, il quale è un
elemento rifrattivo, viene ad evidenziarsi la
presenza di Cromatismo Sferico che parte
dal centro del piano focale (come cromati-
-smo longitudinale) e continua andando
verso la periferia del piano focale.
Tale cromatismo si annulla in coincidenza
del luogo in cui si proietta la zona neutrale
del correttore. Come già ribadito, la scelta
di porre la zona neutrale all’86,6%del
semidiametro del correttore è fatta sulla
base della migliore ottimizzazione di tale
aberrazione cromatica.