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EMISSIONE TERMOELETTRONICA SECONDARIA
… studiare, studiare ed ancora studiare, è il solo modo di capire quanto possa essere grande sia la propria ignoranza!
L'Emissione Termoelettronica Secondaria Un'altra forma di emissione che può avere molta influenza nel funzionamento di certi tubi a vuoto e' l'emissione secondaria. Come è intuibile, questa si verifica quando la superficie di un elettrodo sia colpita da elettroni, ioni od altre piccole particelle dotate di sufficiente velocita'. Disposizione circuitale per la misura del coefficiente di emissione secondaria Per quanto possa avvenire che per ciascuna particella incidente sia emesso piu' di un elet- -trone, il fenomeno descritto non è in disaccordo con la legge di conservazione dell'energia perche' la velocità della maggioranza degli elettroni secondari, è ordinaria- -mente molto piccola rispetto a quella che e' associata alle particelle primarie all'atto della collisione.
Un confronto tra i diversi materiali, per quanto riguarda la tendenza di questi, a liberare elettroni può essere effettuato, per mezzo della apparecchiatura indicata schemati- -camente a lato. Poichè gli elettroni secondari, richiamati dal collettore sferico S, sono perduti agli effetti della cor- -rente anodica Ia il valore di queste si discosta dalla corrente Ic emessa dal catodo tanto di più quanto maggiore è l'entità della corrente Is dovuta all'emissione secondaria.
Un confronto tra i diversi materiali puo' essere fatto misurando, a particolarità di condizioni, (in particolare a parità di velocità degli elettronio primari), il coefficiente di emissione secondaria definita dal rapporto:
Per i metalli, δ cresce pressochè linearmente con la velocità degli elettroni primari, finchè questa non supera qualche centinaio di Volt. Allorchè un ettrone, inizialmente in riposo, per l'azione di un campo elettrico si sposta tra due punti la cui differenza di potenziale sia di V volt, lìenergia cinetica conferita all'elettrone e' eguale al lavoro compiuto da campo elettrico. Indicando con v la velocità acquistata dall'elettrone, si può scrivere la relazione:
da cui : dove ed Kgm e quindi :
Trattandosi in genere di velocità molto elevate, è comodo per quanto improprio, esprimere la velocità degli elettroni con il valore in Volt della d.d.p. che darebbe luogo alla velocità considerata. Ad esempio una velocità di 50Volt, indica per la relazione [1] una velocità di
In altri termini indicando con V la velocità v espressa in Volt, dalla relazione si ottiene
CARATTERISTICHE DELLA EMISSIONE SECONDARIA DEI PRINCIPALI METALLO E LE LORO LEGHE
Materiale
δ max
Velocità elettroni primari (Volt)
Densità (gr/cm3)
Potenziale di estrazione (Volt)
Platino
1,8
800
21,4
5,3
Oro
1,45
700
19,3
4,6
Tungsteno
1,43
700
19,3
4,52
Tantalio
1,35
600
16,6
4,19
Piombo
1,1
500
11,3
4,0
Argento
1,5
800
10,5
4,4
Molibdeno
1,25
400
10,2
4,15
Rame
1,3
500
8,9
4,25
Nickel
1,35
600
8,9
5,6
Ferro
1,3
400
7,9
4,5
Bario
0,8
400
3,8
2,1
Alluminio
0,95
300
2,7
3,4
Carbonio
0,75
350
2,25
4,4
Cesio
0,7
300
1,9
1,8
Magnesio
0,9
300
1,7
2,4
Rubidio
0,85
400
1,5
1,8
Potassio
0,75
300
0,86
1,8
Litio
0,5
100
0,53
2,2
Grafite
0,5
300
MgO
11
3,5
BeO
8
4
BaO
4,8
400
CaO
2,2
500
NaCl
6,6
600
NaF
5,7
NaI
5,5
NaB
6
Cu+2%Be
12
800
Ag+2%Mg
15
800
L'andamento della distribuzione dell'energia degli elettrini è mostrata nel diagramma a lato. Il 90% degli elettroni secondari hanno una energia compresa tra quelle indicate dal tratti I del diagramma, il 7% tra quelle indicate dal tratto II ed il 3% ali'incirca la stessa energia degli elettroni primari. I diagrammi considerati nel presente paragrafo, se ottenuti da sperimentatori diversi a parità di materiale in prova e modalità di esecuzione della misura, possono presentare qualche differenza imputabile soprattutto alla presenza di piccole percentuali di sostanze estranee nei corpi emittenti in prova.
Distribuzione dell'energia degli elettroni secondari espressa in % dell'energia degli elettroni primari
E' frequente nei tubi a vuoto con catodo ad ossido che piccole particelle di questo vadano ad inquinare gli altri elettrodi. Inoltre si riferiscono ad elettroni primari che colpiscono normalmente la superficie del corpo emittente.
In tal caso gli elettroni secondari sono emessi in tutte le direzioni. Le curve rappresentate nel diagramma a lato, mettono in rilievo l'influenza dell'angolo di incidenza sulla emissione secondaria. Importante e' la considerazione che l'entità' del fenomeno diviene massima quando gli elettroni primari lambiscono tangenzialmente la superficie. Per il vetro ed il quarzo δm ≈3 per una velocità degli elettroni primari di ≈400Volt; per la mica δm ≈2,4 a 380Volt. Superfici emittenti più complesse, come quelle che possono essere formate con atomi di Cesio disseminati in Ossidìo di Argento o di Rame o con le stesse sostanze impiegate per la formazione dei catodi ed ossidi, manifestano un potere emissivo assai più elevato rispetto a quello dei metalli-puri
Scostamento angolare dalla normale degli elettroni primari
Nel diagramma alla tua sinistra, e' riportato l'andamento di δ in funzione della velocità degli elettroni primari, per alcuni emittitori composti. Nel funzionamento dei tubi a vuoto l'emissione secondaria e' nella maggioranza dei casi un fenomeno da considerarsi del tutto sfavorevole ed e' quindi necessario in genere cercare di ridurne gli effetti. Cosi' e' noto che nei tetrodi, quando la griglia schermo e' a potenziale positivo inferiore a quello della placca, l'emissione secondaria di questo elettrodo provoca una diminuzione della corrente anodica.
Velocità degli elettroni primari (Volt)
Tale effetto detto dinatron, non desiderato nella maggioranza delle applicazioni, può essere utilizzato nel funzionamento del tubo come oscillatore e ciò' come noto, in virtù della derivata negativa che presenta una certa parte delle caratteristiche statiche dei tetrodi. L'emissione secondaria del vetro dei contenitori dei tubi a vuoto può' provocare la nascita di cariche elettiostatiche, con conseguenti deformazioni del campo elettrico principale. In molti altri casi, invece, l'emissione secondaria trova interessanti applicazion, come ad esempio nelle cellule fotoelettriche e nei tubi fotomoltiplicatori.

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