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Non si muore. Si cessa soltanto di vivere
ELETTRONICA
… studiare, studiare ed ancora studiare, è il solo modo di capire quanto possa essere grande sia la propria ignoranza!
Massa
kilogrammo
kg
TENSIONE INDOTTA IN UN CONDUTTORE
Tensione indotta in un conduttore in moto relativo rispetto al campo magnetico Si consideri la sottostante figura, un conduttore elettrico che si muove di moto rettilineo uniforme, con velocità costante v, in un campo magnetico di induzione B costante, le cui linee di forza sono tra loro parallele ed “entranti” perpendicola- -rmente nel piano del disegno. Il conduttore è collegato, mediante due guide conduttrici, a un resistore esterno di resistenza R; si suppone che la resistenza propria del conduttore e quella delle guide sia trascurabile rispetto a R. Tutto il complesso costituirà una bobina con N = 1 spira, di sezione S variabile in funzione della posizione del conduttore, concatenata con un flusso Φc= NΦ = Φ = BS che sarà anch’esso variabile con la sezione e quindi sul conduttore verrà indotta una tensione che, comportandosi da f.e.m., farà circolare una corrente I, dato che il circuito è chiuso e non vi sono altri generatori.
Se nell’intervallo di tempo Δt = t2– t1 il conduttore ha percorso lo spazio Δs = vΔt, la variazione del flusso concatenato è stata pari a:
La tensione indotta è data da:
Il rapporto è pari alla velocità di traslazione del conduttore e quindi si avrà:
ossia: la tensione indotta in un conduttore che si muove di moto traslatorio in un campo magnetico di induzione costante è direttamente proporzionale ai valori dell’induzione magnetica, della velocità e della lunghezza del conduttore interessato dalle linee di flusso. È facile constatare che allo stesso risultato si sarebbe arrivati facendo traslare le linee di campo con il conduttore fermo, alla stessa velocità, ma in senso opposto; questo perché la velocità che compare nella soprastante relazione è la velocità relativa del conduttore rispetto al campo magnetico, pari alla differenza vettoriale tra le due velocità. Se entrambi i sistemi (circuito elettrico e magnete induttore) si muovessero alla stessa velocità e nello stesso senso, non ci sarebbe tensione indotta, dato che il conduttore risulterebbe fermo rispetto al campo magnetico.
La presenza di una tensione in un circuito chiuso determina la circolazione di una corrente che, per la legge di Lenz, deve opporsi alla causa che l’ha determinata. Dato che, nel caso in esame, il flusso concatenato diminuisce, la corrente deve produrre un campo magnetico avente lo stesso verso di quello preesistente e quindi deve circolare in senso orario nella spira e dal punto K al punto H nel conduttore, come mostrato nella soprastante figura. Affinché la corrente possa circolare in questo senso, la tensione indotta deve comportarsi da f.e.m., con la polarità positiva in H e negativa in K.
Il valore della corrente circolante è dato da:
Si è ottenuto, in questo modo, un generatore elettrico elementare, che forza la circolazione della corrente sul circuito esterno, dalla sua polarità positiva a quella negativa, com nella figura a sinistra.
La polarità della tensione indotta può essere stabilita, oltre che con il ragionamento precedente, anche con la regola di Fleming o delle tre dita della mano destra (figura alla tua destra): disponendo il medio, l’indice e il pollice a 90° tra loro, vi è la seguente corrispondenza: medio indica la polarità della grandezza elettrica (tensione indotta) indice indica il verso della grandezza magnetica (vettore induzione) pollice indica il verso della grandezza meccanica (vettore velocità) La circolazione della corrente nel conduttore fa nascere una forza meccanica (conduttore percorso da corrente, posto in un campo magnetico), diretta nella direzione del moto, ma in verso opposto, in base alla già conosciuta regola della mano sinistra richiamata nelle precedento pagine. Tale forza è da intendere come forza resistente, in quanto opposta alla direzione del moto: per far muovere il conduttore a velocità v costante occorre allora applicare una forza motrice uguale e opposta a quella resistente esercitata dal campo, in modo da avere:
dato che v = costante implica un’accelerazione nulla. Quanto descritto corrisponde al comportamento da generatore elettrico, al quale il sistema meccanico esterno fornisce la forza motrice che determina il movimento della parte mobile, movimento a cui si oppone il sistema elettromagnetico, mediante la forza resistente. La tensione indotta si comporta da forza elettromotrice e determina la circolazione della corrente elettrica verso l’utilizzatore esterno, così come avviene nei bipoli generatori. Si consideri ora, nella sottostante figura, lo stesso precedente sistema, ma alimentato da un generatore di corrente costante I.
I fenomeni elettromagnetici che avvengono sono gli stessi, ma la loro sequenza logica cambia. In particolare si ha che:
la corrente I, circolando da H verso K nel conduttore posto in un campo magnetico, fa nascere una forza motrice Fm = BIl, diretta verso destra; supponendo che questa forza motrice sia contrastata da una forza resistente Fr applicata da un sistema meccanico esterno, uguale e opposta a Fm, il conduttore si muoverà di moto rettilineo uniforme verso destra; sul conduttore, a causa della diminuzione del flusso concatenato con la spira, nasce una tensione indotta E = Blv, positiva in H e negativa in K, che si comporta come forza controelettromotrice, in quanto contrasta la circolazione della corrente I del generatore; essa, infatti, tenderebbe a creare una circolazione di corrente in senso orario nella spira, in modo da rinforzare il flusso concatenato che è diminuito, evidenziato nella seguente figura.
Si ottiene, in questo modo, il comportamento da motore elettrico in cui il sistema elettromagnetico crea la forza motrice che determina il movimento della parte mobile, movimento a cui si oppone il carico meccanico collegato al motore, mediante la forza resistente. La corrente elettrica deve essere fornita da un generatore esterno e a essa si oppone la tensione indotta, così come avviene negli utilizzatori attivi.
Se il conduttore (come in figura a destra) si muove nel campo magnetico in direzione non perpendicolare alle linee di forza, occorre scomporre il vettore velocità nelle seguenti componenti: • velocità tangenziale vt = v cosα, che non produce alcuna tensione indotta, in quanto origina un movimento che “non taglia” le linee di flusso del campo e quindi non fa variare il flusso concatenato; • velocità normale vn = v senα, dalla quale dipende la tensione indotta, essendo l’unica componente che determina la variazione del flusso concatenato. La precedente espressione diventa pertanto:
Esempio: Per il sistema elettromagnetico I=Blv/R, già visto, la corrente indotta è pari a 5 mA, R = 1 kΩ, B = 1 T, l = 0,5 m. Calcolare la velocità normale di traslazione del conduttore e la tensione indotta. La tensione indotta è data da:
da cui, si ricava:

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