Le persone che non soffrono mai non possono crescere né sapere chi sono
ELETTRONICA
… studiare, studiare ed ancora studiare,
è il solo modo di capire quanto possa
essere grande sia la propria ignoranza!
Massa
kilogrammo
kg
ELETTROMAGNETISMO - CIRCUITI MAGNETICI
OBIETTIVI:
Al termine di questa nuova sezione, i lettori dovranno:
1.
conoscere le grandezze magnetiche e i loro legami;
2.
conoscere le principali leggi dell’elettromagnetismo
e saperle associare ai relativi fenomeni;
3.
conoscere il bipolo “induttore” e il suo
comportamento circuitale;
4.
conoscere i fenomeni che avvengono durante il
periodo transitorio di magnetizzazione e
smagnetizzazione di un induttore;
5.
saper risolvere una rete elettrica di media
complessità contenente un induttore, durante il
periodo transitorio.
RICHIAMI DI MAGNETISMO
•
Campo magnetico. Una regione di spazio è sede di un campo magnetico se un
magnete di prova, posto in un qualsiasi punto di quello spazio, è soggetto a forze
che tendono a farlo ruotare fino a disporlo in direzione parallela al campo magnetico.
•
Magnete di prova. Per “magnete di prova” si intende un ago magnetico (come quello
della bussola), ossia una piccola calamita, di forma stretta e allungata, che può
ruotare intorno a un perno centrale; esso è provvisto, come tutti i magneti, di due
poli magnetici, indicati con N (nord) e S (sud).
•
Origine del campo magnetico. Un campo magnetico è generato sempre da cariche
elettriche in movimento. Nel caso dei magneti permanenti il movimento di cariche è
dovuto al moto degli elettroni degli atomi del magnete, mentre nel caso degli elettro-
-magneti è la corrente elettrica circolante entro un filo conduttore che produce il
campo magnetico.
•
Linee di campo. Dette anche linee di forza, sono linee orientate che consentono di
rappresentare graficamente l’azione del campo magnetico. Un magnete di prova,
posto in un punto del campo magnetico, sotto l’azione della forza magnetica si
orienta sempre nella direzione tangente alla linea di forza in quel punto, mentre il
verso della linea di forza va dal polo S al polo N del magnete di prova. Nelle figure
(a) e (b) sono rappresentate le linee di forza in due casi tipici: barra magnetica
rettangolare e magnete con polarità contrapposte.
•
Polarità di un magnete. Le polarità di un magnete permanente o di un elettroma-
-gnete sono determinate dal verso delle linee di forza: all’esterno del magnete le
linee di forza escono dal polo N ed entrano nel polo S (figure A) e B))
•
Poli magnetici isolati. Non è possibile avere un magnete con una sola polarità, a
differenza di quanto accade per le cariche elettriche, che possono essere positive o
negative. Dividendo in due parti una calamita, ciascuna parte formerà un magnete,
dotato di entrambe le polarità
Nella sottostante figura è rappresentata una circonferenza trigonometrica, avente
raggio unitario, divisa in quattro quadranti dagli assi cartesiani x e y.
FUNZIONI TRIGONOMETRICHE
Preso un punto P sulla circonferenza, con –– OP = 1 in quanto corrispondente al raggio,
e individuati i punti A e C sull’asse x, B sull’asse y, T sulla retta t1 e D sulla retta t2, si
definiscono le seguenti funzioni trigonometriche aventi per argomento l’angolo α:
L’andamento delle funzioni trigonometriche al variare di α è indicato nelle
figurr sottostanti a) e B), relativamente all’intervallo da zero a 2π, corrispondente a
un giro del punto P sulla circonferenza.
Nella tabella sono riportati i valori delle quattro funzioni per alcuni valori particolari
dell’angolo
Gradi
Radianti
sen
cos
tg
ctg
0
0
0
1
0
30
1/2
45
1
1
60
1/2
90
1
0
0
180
0
-1
0
270
-1
0
0
360
0
1
0
Tra le quattro funzioni trigonometriche introdotte valgono le seguenti identità
trigonometriche:
Relazioni tra i lati di un triangolo rettangolo
In un triangolo rettangolo di cateti a e b e ipotenusa c valgono le seguenti relazioni,
ricavabili dalla similitudine tra il triangolo dato e quello corrispondente sul cerchio
trigonometrico:
Le formule scritte corrispondono alle seguenti regole:
• la misura di un cateto è uguale a quella dell’ipotenusa per il seno dell’angolo
opposto al cateto;
• la misura di un cateto è uguale a quella dell’ipotenusa per il coseno dell’angolo
compreso tra cateto e ipotenusa;
• la misura di un cateto è uguale a quella dell’altro cateto per la tangente
dell’angolo opposto al primo .
Valgono anche tutte le relazioni ricavabili come formule inverse da quelle riportate