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Chi ha un animo volgare, volgare è il suo uso della vita
ELETTRONICA
… studiare, studiare ed ancora studiare, è il solo modo di capire quanto possa essere grande sia la propria ignoranza!
Massa
kilogrammo
kg
GLI STRUMENTI DI MISURA
Classificazione degli strumenti di misura Vi sono vari tipi di strumenti di misura, differenti tra loro per la grandezza misurata, per il tipo di indicazione fornita, per il principio di funzionamento. La classificazione in funzione della grandezza misurata viene effettuata indicando il nome della grandezza o della sua unità di misura; alcuni esempi sono i seguenti: amperometro per la misura di correnti; voltmetro per la misura di tensioni; wattmetro per la misura di potenze; frequenzimetro per la misura di frequenze.
Vi sono anche degli strumenti multifunzione, ossia che possono misurare vari tipi di grandezze elettriche, come i multimetri. Gli strumenti vengono distinti anche, in funzione del tipo di indicazione che forniscono, in: strumenti indicatori, che misurano il valore della grandezza in quel momento e, quindi, non consentono di risalire ai valori assunti precedentemente; strumenti registratori che, appunto, registrano l’andamento della grandezza nel tempo, per esempio mediante una penna scrivente su un disco di carta o usando memorie elettroniche; strumenti rivelatori, come i galvanometri, che non hanno il compito di misurare la corrente circolante, ma solo di rilevarne l’esistenza
Un’altra importante suddivisione si ha tra strumenti analogici e digitali. Gli strumenti analogici indicano il valore misurato mediante lo spostamento di un indice su una scala graduata. Essi, quindi, misurano lo spostamento angolare dell’indice, spostamento che viene reso corrispondente al valore della grandezza elettrica misurata, stabilendo un’analogia (da qui la denominazione di tali strumenti) tra grandezze diverse. Per il funzionamento è necessario che, all’interno dello strumento, si creino due coppie di forze: una coppia motrice, proporzionale al valore della grandezza misurata e che determina lo spostamento dell’indice, e una coppia antagonista, normalmente fornita da due molle di torsione, che, equilibrando la coppia motrice, arresta l’indice nella posizione corrispondente al valore misurato.
La figura a sinistra, mostra uno strumento analogico in cui la coppia motrice è creata dall’azione di un magnete permanente su una bobina percorsa da corrente. Volendo ottenere un ampero- -metro, occorre fare in modo che la coppia motrice sia proporzionale alla corrente, secondo la relazione:
La coppia antagonista è proporzionale all’angolo di rotazione dell’indice, corrispondente all’angolo di torsione della molla
In condizioni di equilibrio l’equipaggio mobile dello strumento è fermo, in quanto le due coppie sono uguali, e quindi si ha:
Quest’ultima relazione mostra che i valori della corrente e dell’angolo di rotazione sono direttamente proporzionali e, quindi, misurando , si può risalire al valore di I.
Multimetri portatili di tipo analogico (a) e digitale (b)
Quando viene effettuata la taratura dello strumento, sulla scala vengono indicati, mediante tacche graduate, i valori di corrente corrispondenti alle diverse deviazioni dell’indice, in modo che la lettura risulti immediata. Negli strumenti digitali, invece, il valore misurato viene visualizzato mediante cifre che compaiono su un apposito display, per cui non vi sono né l’indice né la scala graduata. La figura a lato mostra l’aspetto esterno di due multimetri portatili, uno analogico e l’altro digitale. Gli strumenti digitali sono assai diffusi ed è opinione comune che siano più precisi di quelli analogici.
In realtà in essi non vi sono gli errori di parallasse e di apprezzamento, in quanto non si deve valutare la posizione dell’indice sulla scala, ma questo non riguarda la precisione propria dello strumento, che potrebbe essere inferiore a quella di uno di tipo analogico. Un’ulteriore classificazione distingue gli strumenti elettrici in funzione del principio scientifico su cui si basa il loro funzionamento; per esempio, nel caso degli strumenti analogici, si possono avere strumenti elettromagnetici, elettrodinamici, elettrostatici, termici, a induzione
Caratteristiche degli strumenti di misura Portata La portata rappresenta il valore massimo misurabile dallo strumento, detto anche range; per gli strumenti analogici corrisponde al valore di fondo scala Vfs. Per esempio un voltmetro con portata 50 V può misurare una tensione fino a tale valore, superato il quale si rischia di danneggiare lo strumento. Nel caso degli strumenti analogici valori superiori alla portata non possono essere letti, in quanto si esce dalla scala. Negli strumenti digitali, invece, può essere prevista una certa percentuale di sovraccarico (overrange), che permette di estendere il campo di misura; la lettura viene resa possibile aumentando il numero di cifre a disposizione. Molti strumenti possono operare su più portate, mediante commutatori di vario tipo. Costante di lettura Negli strumenti con indice e scala graduata la costante di lettura è il rapporto tra la portata e il numero di divisioni di fondo scala. Per esempio un voltmetro di portata 50 V e numero di divisioni 100 ha una costante di lettura pari a 50/100 = 0,5 V/div. Se la lettura effettuata è pari a 60 divisioni, la tensione misurata sarà uguale a 60 × 0,5 = 30 V.
Sensibilità La sensibilità di uno strumento indica la capacità di rispondere a piccole variazioni della grandezza da misurare e può essere definita come la più piccola variazione indicata, riferita alla portata minore. Nel caso degli strumenti analogici essa dipende dal numero di divisioni della scala: maggiore è il loro numero, più sensibile è lo strumento. Per esempio, su un amperometro con portate 1, 5 e 10 A e 100 divisioni di fondo scala si riesce ad apprezzare una variazione minima di corrente pari a una divisione, che corrisponde, con la portata minore, a 1/100 = 0,01 A e, quindi, coincide numericamente con la costante di lettura dello strumento, per quel valore di portata. Per gli strumenti digitali la sensibilità dipende dal numero di cifre del display; per esempio, un voltmetro a tre cifre, con portata minima 1 V, consente di misurare tensioni da 1 mV a 999 mV, con sensibilità 1 mV, non essendo possibili valutazioni intermedie.
Classe di precisione La classe di uno strumento indica la sua precisione intrinseca, indipendentemente dagli altri errori commessi nella misura; essa dipende, in generale, dall’accuratezza con cui lo strumento è stato costruito. Per gli strumenti analogici la classe di precisione è indicata da un numero, che rappresenta l’errore relativo percentuale massimo riferito al valore di fondo scala e, quindi, è data da:
dove εc indica la classe ed εa è l’errore assoluto, supposto costante su tutta la scala dello strumento. Ricavando dalla soprastante espressione l’errore assoluto e sostituendolo nell’espressione dell’errore relativo percentuale, si ricava il valore di tale errore commesso nella misura di un generico valore Vm:
Dall’esame dell’espressione [A3.23] risulta chiaramente che: l’errore dovuto allo strumento è uguale alla classe solo quando la misura viene effettuata a fondo scala e rappresenta l’errore relativo minimo che lo strumento può commettere; quando Vm< Vfs l’errore relativo è maggiore della classe ed è tanto più grande quanto più la misura viene effettuata lontano dal fondo scala; per migliorare la precisione di una misura occorre scegliere lo strumento con un valore di portata non molto maggiore del valore da misurare, per effettuare la misura nella parte finale della scala.
Un esempio: Con un amperometro di portata 1 A e classe 0,5 si effettuano due misure, rilevando i valori 0,4 A e 0,95 A. Calcolare, supponendo che la sola causa di errore sia la classe di precisione dello strumento, il valore dell’errore assoluto e di quello relativo percentuale in entrambe le rilevazioni. L’errore assoluto si calcola con la ed è indipendente dal valore misurato:
L’errore relativo percentuale, è dato da:
L’esame dei risultati ottenuti conferma le conclusioni precedenti.
I valori assunti dalla classe dipendono dall’utilizzazione dello strumento: si va dalle classi 0,1 o 0,2 per gli strumenti più precisi (strumenti da laboratorio) a 2,5 e 5 per quelli a cui è richiesta una indicazione grossolana della grandezza (strumenti da quadro).
Errore sull’ultima cifra Nel caso degli strumenti digitali l’ultima cifra del display (meno significativa) può essere affetta da errore; in questo caso si indica il numero di digit di incertezza, a cui bisogna sommare l’errore proprio dello strumento, che viene normalmente indicato con la percentuale sulla lettura più quella sul fondo scala
Un esempio: Un voltmetro digitale a tre cifre ha portata 1 V, errore sul fondo scala 0,2%, errore sulla lettura 1% ed errore sull’ultima cifra di 1 digit. Calcolare l’errore assoluto e quello relativo che si commettono misurando la tensione di 600 mV
Esprimendo tutto in millivolt e tenendo conto che l’errore sull’ultima cifra è di 1 mV, si ha:
a cui corrisponde l’errore relativo percentuale:

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