CAVITY NOTCH FILTER 8
IZ5FCY
Peggio è l’invidia dell’amico, che l’insidia del nemico.
Considerazioni e note di collaudo
Sia ben chiaro che avendo adottato, per motivi pratici ed
economici, la scelta di costruire tutto in alluminio, NON
potrà mai competere con le prestazioni di un analogo filtro
in ottone ben argentato.
Il Fattore di Merito del filtro stesso (chiamato anche Q), nel
mio caso sarà basso e quindi la banda passante del filtro
notevolmente più larga che negli analoghi sistemi profes-
-sionali.
Non ho mai pensato di ottenere dei notch di un solo filtro a
-50dB, come normalmente si può
ottenere, ma con il
sistema che ho adottato, con una sola cavità, ho ottenuto
attenuazioni al massimo 30dB di attenuazione
sul notch.
Per quanto riguarda l'attenuazione di inserzione, ovvero
l'attenuazione dei filtri fuori dalla frequenza di notch, sono
abbastanza soddistatto per aver ottenuto 0,2dB di attenua-
-zione per ogni filtro.
Dietro suggerimento di Federico IW5ECI, un caro e stimato amico di buona esperienza, ho
collegato le varie cavità, con un cavo coassiale semi-rigido a bassissima perdita ed alta immunità
ai campi RF esterni nel quale il cavo potrebbe risultare immerso, avente una lunghezza elettrica
pari a 1/4 della lunghezza d’onda operativa.
Invece di utilizzare un cavo coassiale con doppio schermo, per poter
ottenere una forte immunità ai disturbi RF esterni, ho voluto ‘’strafare’’
utilizzando un cavo coassiale semirigido del tipo UT41.
Come si vede dalla foto, questo cavo coassiale è costituito da un condut-
-tore centrale in rame puro argentato solido, immerso in una guaina solida
di Teflon, a sua volta racchiusa in un tubetto di rame di circa 0,3mm di
spessore.
Questo è un cavo utilizzato in microonde, per le sue speciali caratteristiche
elettro-fisiche.
Questo cavo ha un fattore di velocità di 0,7 e quindi è stato facile determinarne la lunghezza
elettrica pari as ¼ d’onda a 431 MHz.
Questa è la lunghezza che deve collegare una cavità ad un'altra e, preferibilmente, con due
analoghi cavi lunghi una lunghezza o un suo multiplo dispari di ½ lambda ( uno per la parte Tx
ed Rx ) uniranno i filtri con il circolatore di ingresso
all'antenna e la serie di filtri agli apparati
trasmittente e ricevente. Un circolatore a tre porte può essere realizzato
ponendo una sferetta di ferrite magnetizzata alla saturazione all’interno di
una giunzione a Y simmetrica, così come mostrato nella figura alla tua
sinistra.
Il comportamento del circolatore è caratterizzato dal fatto che ogni porta è
accoppiata con la porta seguente e totalmente disaccoppiata dalle altre.
Seguendo l'andamento delle frecce, avremo che la porta in basso
trasferirà la sua energia alla porta a sinistra; quest'ultima porta trasferirà la sua energia alla porta
di destra ed analogamente la porta di destra trasferirà energia alla porta in basso.
L'andamento del trasferimento di energia, in questo caso seguirà un andamento orario e le porte
che risultano immediatamente contigue in senso antiorario risulteranno fortemente isolate
( mediamente di 20dB).
Ponendo il connettore di antenna sulla porta centrale, mostrata in basso nella figura, potremo
collegare il ricevitore sulla porta di destra ed il trasmettitore sulla parte destra del circolatore.
In tal modo quanto verrà trasmesso verso l'antenna risulterà attenuato di circa 20dB verso il
ricevitore, occorre anche osservare meticolosamente che il sistema radiante sia perfettamente
accordato in modo che che l'eventuale potenza riflessa dal sistema di antenna non venga
re-indirizzato verso il ricevitore.
Qui alla tua sinistra lo schema di connessione del mio ponte, una
configurazione classica che adopera due RTX commerciali ed
un circolatore low power.
Lo schema che IW5ECI mi aveva suggerito di poter evitare la
presenza del circolatore, sostituendolo con un semplice coassiale,
facendo guadagnare al sistema quel ‘’maledetto’’ decibel sia in
trasmissione che in ricezione.
Un'altra cosa da tenere SEMPRE presente è quella che sia il trasmettitore che il ricevitore funzio-
-nano contemporaneamente e non uno per volta.
Il collegamento ad ogni cavità avviene tramite un connettore BNC femmina. Tutte le giunzioni, nella
prima versione avvenivano tramite cavetti RG58 intestati con BNC maschi ed adattatori a ‘T’
sempre della famiglia BNC.
Nella seconda realizzazione, affidando i collegamenti a cavi coassiali semirigidi tipo UT141. Per
effettuare le giunzioni, ho preferito utilizzare un metodo molto
‘’casalingo’’ ma estremamente efficace.
Ho ritagliato dei quadrotti di lastra vergine per circuiti stampati aventi
3 cm di lato. Ho ritagliato due spezzoni di UT141, per ottenere i due
rami ad 1/4 . Ho inciso molto delicatamente con un affilato 'cutter'
l'estremità del tubetto di rame, in modo da asportarlo, lasciando
intatto il teflon ed il conduttore centrale.
Poi a qualche millimetro dal bordo del
conduttore esterno, sempre con estrema delicatezza ho
inciso il teflon, asportandolo e lasciando libero il conduttore centrale argentato.
Come si può vedere dallo schema di connessione,
occorrono 6 ‘’quadrotti’’ di PCB e 2 spezzoni
ad 1/4 lambda.
La giunzione di questi spezzoni di cavo tra di loro ed alla giunzione per la cavità, avviene sempli-
-cemente saldando gli UT141 sulla piastrina PCB (opportunamente pre-stagnata) e pure i
conduttori centrali, ponendo attenzione a non creare cortocircuiti tra i centrali e la basetta
stessa.