CAVITY NOTCH FILTER 6
IZ5FCY
Le calamità mettono in luce l'amicizia
Passaggio dalla prima alla seconda serie
A me capita spesso che durante la costruzione di qualcosa,
mi vengano in mente modifiche e/o migliorie da apportare alla
costruzione.
Questo caso non è stato da meno, complice di ciò è stata
l'umidità.
L'alluminio, come l'ho adoperato nella prima ‘’stesura’’del
progetto, affidava la propria conducibilità tra le varie parti solo
e solamente al contatto superficiale diretto.
Tra queste parti, dopo circa un anno di buon comportamento,
si è insinuata una immancabile umidità che ha prodotto un
microscopico strato di Ossido di Alluminio.
Questo ossido è altamente isolante e quindi ha deteriorato la
resistenza di contatto di qualcuna delle parti, modificando
quindi la sua risposta in frequenza.
La decisione, che già mi serpeggiava nell'animo è divenuta
operativa : si smonta tutto !!!
Saldare l'alluminio non è uno scherzo alla portata del comune
hobbista e rivolgermi ad un professionista mi è sembrato
fuori luogo, sia per i costi e per la pratica impossibilità di controllare l'esecuzione del lavoro.
Infatti sono del fermo avviso che ‘’ Se non sai costruirti qualcosa, significa che non te lo meriti...’’
Sono ricorso ad una soluzione, quella di adoperare una lega saldante della famiglia Durafix.
Una strana lega saldante che però ha
dato buoni risultati elettrici e meccanici.
Innanzitutto ho segato la base in tre distinti supporti, sia per ragioni elettriche (che vedremo più
tardi) che per ragioni di dissipazione termica.
Con una fiaccola GPL ho ben scaldato entrambe le parti fino a circa 400°C e dopo ho applicato il
Durafix,
strusciando la bacchetta delicatamente sulla superficie da unire.
Se si è pratici di saldatura a stagno su medie superfici, si
riconosce subito il fenomeno di saldature e, come si vede nella
foto a lato, si nota lo stendersi della lega sulle superfici
interessate.
In questo modo ho risolto un aspetto del mio problema, forse
quello che più mi dava pensieri ed incertezze.
Quindi bandita ogni esitazione mi sono lanciato nella saldatura
delle 6 cavità, sulle rispettive basi, ottendo risultati molto simili
a quelli mostrati alla tua destra.
Precedentemente e avevo testato, con successo, la tenuta meccanica
tramite un intenso intervento di ‘’Santa Mazzetta’’.
Risolto il problema della saldatura dell'alluminio, mi sono rivolto agli
altri aspetti del progetto che avevo in animo di sistemare, senza però
stravolgere troppo il progetto iniziale.
Nonostante le prove effettuate con la parte centrale di ottone, che mi avevano entusiasmato, mi
è stato impraticabile osservare i tempi di fornitura del tubo e del cilindro in ottone e sono dovuto
scendere al copromesso precedentemente adottato, quello
dell'utilizzo dell'alluminio anzichè
dell'ottone...(sigh...)
Qui alla tua sinistra, è mostrato l'elemento centrale fisso e l'elemento di
sintonia mobile, entrambi in alluminio tornito, con la sua barra filettata
solidale con il corpo del cilindro mobile di sintonia.
Da questa foto si possono notare due cose, innanzitutto il seeger che
stringe le alette di contatto ed in basso dell'elemento fisso, si possono
vedere i due pezzi costituenti il fissaggio del medesimo alla piastra
superiore.
Originariamente l'elemento fisso aveva 6 fori filettati 2,5MA ed inoltre sorreggeva il tubo di
sintonia fisso con 8 viti inox.
Per le ragioni prima esposte, anche il supporto
dell'elemento centrale è stato saldato alla base.
Mi rimane il cruccio che, per ragioni costruttive, non è
stato possibile saldare il tubo fisso di sintonia con la
base.
Infatti si notano le 4 coppie di viti da 2,5MA che sorreg-
-gono il tubo e ne determinano il contatto elettrico e la
tenuta meccanica.
Quelle 8 viti inox, non assicurano la certezza assoluta
ma comunque danno una sufficiente garanzia di durata
se strette ‘’a morte’’
Alla tua sinistra,è fotografata una base superiore
completa, ma senza elemento scorrevole e seeger di
tenuta.
i notano perfettamente le alette di contatto del condut-
-tore centrale e la sua saldatura alla base.
Si può osservare la gola tornita entro la quale verrà
calettato il corpo esterno del filtro ed anche lo scasso radiale che serve ad introdurre la sonda
RF, con i suoi 6 fori filettati 2,5MA per il fissaggio.
Sarebbe stato possibile saldare anche il coperchio superiore, ma questa sarebbe stata una via
senza ritorno per eventuali manutenzioni interne e quindi ho preferito lasciare al puro contatto
alluminio-alluminio l'unione tra corpo filtro e coperchio superiore.